Uno studio internazionale pubblicato sull' American Journal of Preventive Medicine ha evidenziato una forte correlazione tra il consumo di grandi quantità di alimenti ultraprocessati (Upf) e l'aumento del rischio di morte prematura in otto Paesi, tra cui Stati Uniti, Regno Unito, Brasile e Canada. La ricerca ha rilevato che un incremento del 10% nell'apporto calorico derivante dagli Upf è associato a un aumento del 3% del rischio di mortalità per tutte le cause.
Che cosa sono gli alimenti ultraprocessati
Gli Upf sono prodotti industriali pronti da consumare, ricchi di ingredienti sintetizzati, spesso arricchiti con additivi come aromi, dolcificanti e coloranti. Questi alimenti, che contengono elevati livelli di grassi, sale e zucchero, stanno progressivamente sostituendo quelli freschi, contribuendo a una crescente incidenza di patologie - lo studio ne rileva ben 32 - quali obesità, malattie cardiovascolari, diabete e alcune forme di cancro e depressione.
Inoltre, mentre nei Paesi ad alto reddito il consumo di Upf è stabile ma elevato, nei Paesi a basso e medio reddito è in rapido aumento, prefigurando un peggioramento futuro del carico di malattia globale.
L'impatto globale delle diete ricche di UPF
La ricerca, condotta in Brasile da Eduardo Augusto Fernandes Nilson, della Fondazione Oswaldo Cruz, ha utilizzato dati nazionali rappresentativi delle abitudini alimentari di ciascun Paese e dati sulla mortalità, mostrando che la quota di Upf nell'apporto energetico totale è associata a un aumento significativo delle morti premature.
Dallo studio è emerso che ogni incremento del 10% nel consumo di Upf aumenta del 3% il rischio di mortalità prima di aver raggiunto i 75 anni di età per tutte le cause. La percentuale di decessi prematuri attribuibili agli Upf varia dal 4% in Paesi con basso consumo, come la Colombia, fino a quasi il 14% in Paesi con consumi elevati come Stati Uniti e Regno Unito.
I ricercatori hanno stimato che, nel 2018, negli Stati Uniti più di 124.000 decessi prematuri (13,7%) erano associati al consumo di Upf, mentre nel Regno Unito tale quota raggiungeva quasi 18.000 morti, il 13,8% delle morti premature.
"Le morti premature attribuibili al consumo di alimenti ultra processati aumentano notevolmente in base alla percentuale nell'apporto energetico totale di ciascun individuo. Un'elevata assunzione di Upf può influire significativamente sulla salute" sottolinea il team di ricerca.
L'importanza di politiche alimentari preventive
Gli autori dello studio sottolineano la necessità di adottare urgentemente politiche pubbliche per ridurre il consumo di Upf e promuovere modelli alimentari basati su cibi freschi e locali. Queste misure potrebbero includere interventi fiscali e normativi, come maggiori tasse su tali prodotti o una regolamentazione più severe del marketing alimentare, per ridurre l'impatto degli alimenti ultraprocessati e prevenire un numero significativo di morti premature evitabili.